La Fontana di San Giorgio sorge su un antico tratturo, un percorso rurale di transumanza che affonda le sue radici nella storia della Venusia Romana.
Questo tragitto, noto come "Regio Tratturo della Marina", attraversava le terre di Avigliano, nella frazione di San Giorgio di Pietragalla.
La sorgente, elemento vitale per la comunità locale, alimentava una fontana pubblica costruita nel XIX secolo e dotata di un lavatoio. Questo luogo divenne il fulcro della vita quotidiana, garantendo acqua potabile e facilitando le attività domestiche della popolazione.
Il 27 agosto 1920, il Ministero dei Lavori Pubblici, per mezzo del funzionario Camillo Peano, inviò una comunicazione ufficiale all’Onorevole Nicola De Ruggieri in merito alla richiesta di approvvigionamento di acqua potabile per la frazione di San Giorgio.
L’11 dicembre 1921, l’Onorevole Vito Reale informa, tramite cartolina postale, il signor Domenicantonio Melisurgo, proprietario del terreno dove sorgerà la fontana, che il Ministero ha dato il via libera alla costruzione dell’acquedotto di San Giorgio e ha incaricato l’Ufficio del Genio Civile di avviare i lavori.
Il 12 gennaio 1922, il Ministro dei Lavori Pubblici, Giuseppe Micheli, conferma all’Onorevole Vito Reale l’autorizzazione per l’esecuzione dei lavori di captazione delle acque dalla fontana della frazione di San Giorgio a Pietragalla.
Il progetto viene approvato e la fontana viene collocata a valle della grande cava di pietra. I lavori vengono affidati alla Ditta, con sede ad Avigliano, per un importo di 25.000 lire, come stabilito dal contratto firmato il 31 marzo 1922.
Con l’avvento del regime fascista, la fontana venne spostata al di sotto del Regio Tratturo della Marina per facilitarne l’accesso alla popolazione e alle greggi. Per omaggiare il regime, la struttura fu denominata "Fontana del Fascio" e decorata con il simbolo del fascio littorio, successivamente rimosso negli anni ’50 da militanti comunisti.
A metà degli anni ’90, alcuni interventi modificarono l’area della fontana, trasformandola in una struttura pubblica con lavatoi coperti e bagni. Tuttavia, riconosciuto l’errore che aveva compromesso il valore storico del sito, si decise di riportarla al suo aspetto originario.
Oggi, la Fontana di San Giorgio conserva la sua caratteristica pianta a ferro di cavallo e un’imponente parete muraria da cui sgorgano tre bocche d’acqua freschissima.
Il sistema di tubazioni continua ad alimentare i lavatoi, ancora utilizzati. La Fontana di San Giorgio rappresenta un’eredità storica e culturale da tutelare. Luogo di aggregazione e memoria che continua a raccontare la storia di una comunità legata alle sue radici.